Ciao a tutti!!! Ho 28 anni e sono laureata in triennale a lettere e avevo iniziato lettere classiche.
Ora

sono fortemente demotivata: ho deciso di abbandonare gli studi di lettere. Non trovo lavoro e i colloqui fatti finora sono stati insulsi, ridicoli e mi hanno fatta quasi vergognare degli anni spesi studiando.
Aggiungasi che non mi va di passare la mia vita in un ufficio, facendo sempre le solite operazioni (a mo' di Chaplin in "Tempi moderni" ); ammesso poi di trovare UN lavoro, perché finora ho veramente fatto di tutto e con buona volontà (ed è da quando ho 18 anni che lavoro e studio... ma a quanto pare non basta!!!).
Probabilmente sembrerà assurdo che io mi rivolga a una professione simile, però so che mi dà più soddisfazione un lavoro pratico (in quanto ne ho sperimentati diversi), per cui sarò stata formata e un lavoro sempre in aggiornamento; direi che la professione dell'infermiere rispecchia tutto ciò, giusto? Aggiungo che mi piace molto interagire con gli altri e il lavoro di gruppo... e pensa, che ripenso, mi è venuta in mente questa alternativa, visto che la facoltà è proprio nella mia città.
Ho solo un "problema": sono una persona che si "impressiona"

ma questo forse è da ricondurre ad un intervento che ho subito a 6 anni e alla malattia di mio padre durata ben 4 anni e conclusasi male. Tra l'altro mio padre era medico di base e ogni tanto sfoglio i suoi libri, con annesse fotografie... a parte un "fastidio" iniziale, poi tollero tranquillamente. Anzi devo dire che quando si tratta di "altri" entra in gioco il sangue freddo: cosa che ho potuto sperimentare in qualche situazione di emergenza (sono stata assistente di volo per 1 anno e sono stata formata al "primo soccorso" da un medico docente universitario e qualche volta a bordo c'è stato da fare! Ovviamente non paragono nemmeno lontanamente questa cosa al lavoro ospedaliero!). Ora la mia riflessione è: può essere un lavoro fatto per me? Direi di sì. Il fatto di essere "impressionabili" è determinante? La mia SUPPOSIZIONE è che col tempo e l'esperienza ce la si fa. Correggetemi se sbaglio (anzi, incoraggiatemi

)
Insomma in teoria penso di essere pronta a svolgere una mansione di questo tipo... però vorrei anche sentire cosa pensano i "colleghi anziani" se mi passate il termine "collega" e "anziano". Dico questo perché ho effettuato la preiscrizione e potevo scegliere professioni "meno" impegnative... invece mi sento portata, trasportata letteralmente, verso questa professione... così al primo posto ho messo infermieristica, al secondo posto infermieristica pediatrica e al terzo posto tecnico di laboratorio.
Non fatemi i discorsi circa pazienti scorbutici e gente che ti tratta male e gente nervosa... sono tutti aspetti che ho già avuto modo di toccare con mano... cavandomela a mio modesto parere molto bene. Penso solo alla difficoltà di essere a contatto con malattie difficili, coi parenti di chi sta male... si è formati adeguatamente ad affrontare situazioni psicologiche simili?
Avrei altre mille domande, ma forse mi sto dilungando troppo???
Aggiungo una piccola difficoltà: biologia l'ho ristudiata per l'esame da assistente di volo, quindi anatomia la so bene, anche dal punto di vista delle patologie dovrei essere a posto... il patema d'animo mi viene con chimica, che non faccio da ben 10 anni e non parliamo di fisica e matematica, le mie due bestie nere, perché per di più provengo da studi classici. Che consigli mi date?

Siate clementi!
Saluti!