Condivido la mia esperienza: Germania
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Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Ma come mai questi prezzacci per il corso? sono tre corsi? Alla Volkshochschule un corso è al max 500 euro( anno scorso 300), ti rimborsano la metà se passi l'esame( non sono sicura però se il rimborso è legato alla residenza)
http://www.vhs.de/
Ma poi in UK mica ci sono i corsi di lingua gratuiti?
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Ma poi in UK mica ci sono i corsi di lingua gratuiti?
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Kozma Prutkov
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Re: Condivido la mia esperienza: Germania
A me in UK offrono anche un corso di inglese gratuito.. dipende dall'ospedale/agenzia
Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Il corso che sto frequentando io costa alla mia azienda circa 100€ a persona (e siamo in 4), per 12 lezioni svolte di lunedì dalle 18 alle 20. Per soli 100€, quindi, questo è pagato dall'azienda. Ciò di cui parlo io è la situazione di altri, che si sono trovati a firmare questo contratto con la loro azienda che dice essenzialmente che essa pagherà il corso di quel migliaio di euro (perchè, anzichè essere come il mio - dalle 2 ore settimanali - è di ben 12 ore a settimana) solo a patto che rimangano con loro per X tempo; al contrario, nel caso non rimangano ed abbiano firmato il contratto, loro sono obbligati a rimborsare una quota fissa in aggiunta ad una in percentuale (non so da quali variabili dipenda, però).
In UK non ci sono corsi di lingua gratuiti, certo, ma se parto sapendo che il tutto non sarà a mio carico, DEVE essere così. Altrimenti perchè pensi che abbia iniziato dalla Germania, io, personalmente?
In UK non ci sono corsi di lingua gratuiti, certo, ma se parto sapendo che il tutto non sarà a mio carico, DEVE essere così. Altrimenti perchè pensi che abbia iniziato dalla Germania, io, personalmente?
Bu.
Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Sono completamente daccordo.Pulse ha scritto: ma se parto sapendo che il tutto non sarà a mio carico, DEVE essere così.
Io voglio partire per cosidetto "stato sociale" che è Germania ( per questo la preferisco a UK). Sicuramente non sarà rose e fiori, ma dopo aver visto alcune cose di persona e con l'esperienza della mia amica (ci vive da piu di 10 anni) mi sembra abbastanza vivibile(tranne la lingua


Le agenzie varie non mi sono mai piacute, ne quelle italiane, e nemmeno altre...
Secondo te, vista la tua esperienza e conoscenze, potrebbe essere fattibile la cosa di trovare un lavoro come OSS in Germania( tanto è quello che ti offre l'agenzia), studiare la lingua da soli frequendando un corso di lingua che ci pare e poi completare il riconoscimento da infermieri quando si ha il certificato B2 in mano? Senza cadere in schiavitù con varie agenzie?
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Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Mmm....Pulse ha scritto:(...) Io personalmente ho avuto una errata traduzione del contratto, quindi arrivato qui mi sono dovuto adattare. Niente di particolare, è la mancata correttezza che fa porre domande.
Ben venga poi la mobilità, l'esempio mio citato è un caso negativo particolare.(...)

Detto questo, con il B2 ti conviene fare domanda in Svizzera interna.Pulse ha scritto:Fuori è diverso.. Hai tanti pro e tanti contro. Il peso che dai a questi dati ti fa definire se è meglio o peggio, a parer mio..
Eviti tutti i fastidi: e guadagni almeno il doppio.
Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Se potessi tornare indietro,mi iscriverei comunque all'agenzia (quindi accetterei una loro proposta di lavoro) e, nel frattempo che faccio i 4 mesi di corso di tedesco online, mi cerco autonomamente una azienda sanitaria tedesca che abbia bisogno di infermieri, quindi al di fuori dell'agenzia. Nel caso che la ricerca non andasse a buon fine, hai comunque pur sempre il lavoro offerto dall'agenzia. In questo modo hai tutto (non c'è alcuna penale nel caso che tu lasci il contratto con l'agenzia prima di partire per la Germania).seliava ha scritto: Secondo te, vista la tua esperienza e conoscenze, potrebbe essere fattibile la cosa di trovare un lavoro come OSS in Germania( tanto è quello che ti offre l'agenzia), studiare la lingua da soli frequendando un corso di lingua che ci pare e poi completare il riconoscimento da infermieri quando si ha il certificato B2 in mano? Senza cadere in schiavitù con varie agenzie?
Bu.
Re: Condivido la mia esperienza: Germania

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Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Dopo diversi ulteriori mesi in Germania vorrei chiarire un attimo qualche concetto riguardo all'assunzione di infermieri stranieri. Parlo ovviamente in base a riflessioni personali (vivo un po' qua e un po' là nella Renania Settentrionale) e condivisioni di esperienze con colleghi attualmente a Berlino e Amburgo.
Senz'ombra di dubbio la Germania - o chi per loro, tra agenzie, ospedali e simili - sta facendo un ottimo affare con gli infermieri stranieri. Dalla piccola alla grande azienda, chi vuole assumere assumere un infermiere dall'estero si troverà al 90% pronto con un appartamento per questo, un promesso un 1800€ lordo di stipendio, un corso di tedesco (il cui valore reale poche volte coincide con quello dichiarato) e un futuro riconoscimento del titolo di infermiere in base al superamento di un esame di lingua.
C'è da aggiungere che molte offerte legano la persona all'azienda per diverso tempo, pena la paga del corso di tedesco.
Sono capitato in diverse offerte. In tutte, mi è sempre stata offerta una camera appartenente all'azienda che mi ha assunto, il chè ovviamente è un "ritorno di soldi" per l'azienda. 1800€ lordi sono, in realtà, sempre stati 1500 più "aggiunta" di 300€ (che, ancora oggi, non so se sia negativo o positivo, in termini di tassazione e quindi pensione ecc), il tutto corrispondente ad un 1250€ netti. In tre aziende ho lavorato, ed in tre aziende ho fatto comunque interventi infermieristici senza averne la qualifica.
Mi è sempre stato promesso un riconoscimento del titolo. Quando si dice che, per poterlo ottenere, è necessario avere il livello B2 di lingua è vero. C'è chi parla anche di poter eseguire semplicemente il B1 Pflege, ovvero l'esame dedicato alla branchia della sanità. Ciò che mi mette molti dubbi è quello che dichiarano sui tempi di processazione dei documenti: un'azienda mi ha riferito che gli uffici ci mettono 2 mesi per il riconoscimento, un'altra 6 mesi, un'altra ancora addirittura 10 giorni nel peggiore dei casi. A mia deduzione, con un pizzico di negatività, sembra quasi che c'è chi gioca sull'attesa del riconoscimento (magari dicendo che ha già mandato i documenti quando invece sono ancora nel cassetto), per far sì di pagare solo 1800€ lordi di stipendio mensili anzichè i canonici 2200-2300€.
Per quanto concerne invece l'aspetto infermieristico di per sè, c'è un'enorme differenza tra infermiere nel privato ed infermiere in ospedale. Il primo non potrebbe "per consuetudine" inserire CVP, CV, prelevare sangue, eseguire intramuscolo. Il secondo può sostanzialmente fare tutto ciò che può fare l'infermiere italiano. Ma, a differenza di quest'ultimo, lo vedo davvero molto meno potente. Meno autonomo, con più "compiti" che "responsabilità", più soggetto alla volontà non solo del medico ma anche della famiglia stessa.
Personalmente, la Germania mi ha abbastanza deluso dal punto di vista lavorativo. Certo, il lavoro non manca, ma se una persona ha la possibilità di emigrare, allora (dal SOLO punto di vista lavorativo) non la consiglierei come posto di apprendimento - almeno, non in breve termine.
Senz'ombra di dubbio la Germania - o chi per loro, tra agenzie, ospedali e simili - sta facendo un ottimo affare con gli infermieri stranieri. Dalla piccola alla grande azienda, chi vuole assumere assumere un infermiere dall'estero si troverà al 90% pronto con un appartamento per questo, un promesso un 1800€ lordo di stipendio, un corso di tedesco (il cui valore reale poche volte coincide con quello dichiarato) e un futuro riconoscimento del titolo di infermiere in base al superamento di un esame di lingua.
C'è da aggiungere che molte offerte legano la persona all'azienda per diverso tempo, pena la paga del corso di tedesco.
Sono capitato in diverse offerte. In tutte, mi è sempre stata offerta una camera appartenente all'azienda che mi ha assunto, il chè ovviamente è un "ritorno di soldi" per l'azienda. 1800€ lordi sono, in realtà, sempre stati 1500 più "aggiunta" di 300€ (che, ancora oggi, non so se sia negativo o positivo, in termini di tassazione e quindi pensione ecc), il tutto corrispondente ad un 1250€ netti. In tre aziende ho lavorato, ed in tre aziende ho fatto comunque interventi infermieristici senza averne la qualifica.
Mi è sempre stato promesso un riconoscimento del titolo. Quando si dice che, per poterlo ottenere, è necessario avere il livello B2 di lingua è vero. C'è chi parla anche di poter eseguire semplicemente il B1 Pflege, ovvero l'esame dedicato alla branchia della sanità. Ciò che mi mette molti dubbi è quello che dichiarano sui tempi di processazione dei documenti: un'azienda mi ha riferito che gli uffici ci mettono 2 mesi per il riconoscimento, un'altra 6 mesi, un'altra ancora addirittura 10 giorni nel peggiore dei casi. A mia deduzione, con un pizzico di negatività, sembra quasi che c'è chi gioca sull'attesa del riconoscimento (magari dicendo che ha già mandato i documenti quando invece sono ancora nel cassetto), per far sì di pagare solo 1800€ lordi di stipendio mensili anzichè i canonici 2200-2300€.
Per quanto concerne invece l'aspetto infermieristico di per sè, c'è un'enorme differenza tra infermiere nel privato ed infermiere in ospedale. Il primo non potrebbe "per consuetudine" inserire CVP, CV, prelevare sangue, eseguire intramuscolo. Il secondo può sostanzialmente fare tutto ciò che può fare l'infermiere italiano. Ma, a differenza di quest'ultimo, lo vedo davvero molto meno potente. Meno autonomo, con più "compiti" che "responsabilità", più soggetto alla volontà non solo del medico ma anche della famiglia stessa.
Personalmente, la Germania mi ha abbastanza deluso dal punto di vista lavorativo. Certo, il lavoro non manca, ma se una persona ha la possibilità di emigrare, allora (dal SOLO punto di vista lavorativo) non la consiglierei come posto di apprendimento - almeno, non in breve termine.
Bu.
Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Pulse,
ti chiedo per cortesia un'elenco di documenti italiani da tradurre per il riconoscimento.
1- è sufficiente solo i certificato che ci danno all'uni o serve il programma, etc?
2- ha senso di tradurre il foglio di servizio con l'esperienza?
3- conviene tradurre qui in Italia o in Germania? ( costo).

ti chiedo per cortesia un'elenco di documenti italiani da tradurre per il riconoscimento.
1- è sufficiente solo i certificato che ci danno all'uni o serve il programma, etc?
2- ha senso di tradurre il foglio di servizio con l'esperienza?
3- conviene tradurre qui in Italia o in Germania? ( costo).

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Re: Condivido la mia esperienza: Germania
Esperienza simile, la mia.
Parto per la Germania, con le fette di salame sugli occhi, vengo accompagnata passo passo da un'azienda tedesca locale.
Conosco dei tedeschi. Racconto della mia situazione come futura infermiera a domicilio e scopro che un tedesco guadagna di più.
Mi svincolo molto in fretta dall'azienda (anche il mio contratto prevedeva che mi legassi a loro due anni... col cavolo!)... il mio è stato un percorso tormentatissimo. Ho lavorato, fatto il corso di B2 e mi sono occupata da sola di farmi riconoscere il titolo di studio. Infine ho ottenuto il posto in un ospedale pubblico.
Non sto male, a livello economico, tuttavia professionalmente non mi sento appagata e sto pianificando il rientro.
Questa è stata un'esperienza che mi ha fatto capire cosa ho lasciato. Il valore della mia professione e della mia formazione.
Parto per la Germania, con le fette di salame sugli occhi, vengo accompagnata passo passo da un'azienda tedesca locale.
Conosco dei tedeschi. Racconto della mia situazione come futura infermiera a domicilio e scopro che un tedesco guadagna di più.
Mi svincolo molto in fretta dall'azienda (anche il mio contratto prevedeva che mi legassi a loro due anni... col cavolo!)... il mio è stato un percorso tormentatissimo. Ho lavorato, fatto il corso di B2 e mi sono occupata da sola di farmi riconoscere il titolo di studio. Infine ho ottenuto il posto in un ospedale pubblico.
Non sto male, a livello economico, tuttavia professionalmente non mi sento appagata e sto pianificando il rientro.
Questa è stata un'esperienza che mi ha fatto capire cosa ho lasciato. Il valore della mia professione e della mia formazione.
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